Cosa è successo nel primo UPPER City Lab

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I cittadini di Latina si sono avvicinati per la prima volta al progetto Upper con il laboratorio di co-progettazione curato dal partner Tesserae Urban Social Research

 

Il primo laboratorio di co-progettazione di Upper con gli abitanti di Latina è stato realizzato in chiusura della giornata di presentazione ufficiale alla città, venerdì 13 dicembre. 

Si sono aperte le danze dopo la sessione di confronto con i progetti delle altre città italiane vincitrici del bando UIA Urban Innovative Actions: un’attività dinamica e interattiva ha consentito di rompere il ghiaccio, entrare in contatto con il progetto, conoscersi e iniziare a comprendere il proprio ruolo all’interno del laboratorio.

L’attività, ispirata a un’idea dell’organizzazione CivicWise, consiste in un esercizio di auto-mappatura dei partecipanti: è stata allestita una sequenza di domande, distribuite su pannelli verticali, con diverse opzioni di risposta, e ad ogni partecipante è stata data la possibilità di “tracciare” le proprie risposte con l’uso di un filo colorato da avvolgere intorno ai pin corrispondenti.

Le domande riguardavano innanzitutto informazioni utili a comprendere l’identità dei partecipanti (nome e contatto, età, settore di lavoro/studio). Si è chiesto poi ai partecipanti di posizionarsi geograficamente su una mappa della città, nel quartiere maggiormente frequentato durante una giornata tipo. Tanti partecipanti hanno avuto qualche dubbio e abbiamo concesso un doppio posizionamento: questo perché si è notato uno scollamento fra il quartiere di provenienza (in cui si ha la propria abitazione) e il quartiere in cui si svolge la maggior parte delle attività giornaliere (studio, lavoro, tempo libero). 

In ultimo, la domanda riguardante l’ambito di interesse preferito per suddividere i partecipanti in tre tavoli tematici di lavoro:

  1. Quali attività fare nei parchi UPPER? (Attività e servizi basati sulla natura)
  2. Quali sfide ambientali vogliamo affrontare? (Soluzioni per i problemi ambientali)
  3. Come vorresti trasformare le aree di UPPER? (Caratteristiche degli spazi)

I partecipanti sono stati suddivisi quindi nei 3 tavoli, che hanno discusso per 45 minuti. A conclusione della discussione, è stato dedicato un momento alla restituzione in plenaria dei temi emersi dai tavoli.

Quali attività fare nei parchi UPPER?

Attività e servizi basati sulla natura

La discussione al tavolo delle attività procede attraverso un brainstorming di idee ricchissimo, e una sintesi in 4 sottoinsiemi di attività:

  • la zona del silenzio, un luogo per la meditazione, per il relax, attraverso l’inserimento di percorsi sensoriali, sedute, amache;
  • l’area dello spettacolo, in cui poter essere utenti (cinema, spettacoli teatrali, concerti) ma anche avere opportunità di esercitare l’espressione di sé;
  • lo spazio del gioco e del movimento, che tenga in considerazione non solo gli utenti prediletti, ovvero i bambini, ma anche gli adulti (es. scacchi umani, percorsi ginnici);
  • la zona del cibo (orti condivisi, laboratori collaborativi per l’educazione alimentare).

Quali sfide ambientali vogliamo affrontare?

Il tavolo ha visto un’ampia partecipazione da parte degli studenti del Liceo Scientifico G.B. Grassi, coinvolti dal progetto Eco-Schools, oltre che di molti rappresentanti delle associazioni locali attive in ambito ambientale.

La riflessione si è concentrata sulle maggiori sfide ambientali che la città di Latina si trova a dover gestire e sulle quali il progetto può concretamente fare la differenza, fra cui la desertificazione e le inondazioni, causate dal mancato assorbimento dell’acqua nel terreno dovuto alla cementificazione e al consumo di suolo.

Emergono dunque anche diverse opportunità di sviluppo particolarmente legate al territorio: 

  • è noto che numerose aree rurali della città mancano di un sistema di fognatura efficace, l’idea è quella che la città autoproduca le piante per la fitodepurazione e promuova l’adozione di sistemi fitodepuranti domestici;
  • per mitigare gli effetti delle inondazioni, i partecipanti hanno proposto di progettare un sistema di “rain gardens”,  depressioni del suolo ricoperte a verde ai lati delle strade, per gestire e controllare le grandi quantità d’acqua piovana provenienti dalle sedi stradali e dalle aree impermeabili perché cementificate;
  • non siamo solo noi gli unici utenti dei luoghi naturali, è importante prestare particolare attenzione anche ad animali e insetti progettando dei corridoi verdi e facendo attenzione anche all’ecosistema acquatico dei canali, valorizzando la preziosa biodiversità del luogo.

Come vorresti trasformare le aree di UPPER?

Caratteristiche degli spazi

Il tavolo ha visto la partecipazione di più di 30 persone. L’obiettivo del tavolo è stato innanzitutto capire bisogni e desideri delle persone e approfondire la relazione che hanno con i luoghi scelti per essere rigenerati con Upper. 

Relazioni e comunità

Centrale è stato il tema dell’interazione sociale e di come gli spazi possano facilitare o ostacolare le relazioni: una grande necessità espressa a più voci è stata quella di trasformare i parchi in luoghi per incontrarsi e per conoscersi.

Si è parlato a lungo del tema della vicinanza, della comunità di quartiere: il contesto urbano delle aree individuate è caratterizzato da un’elevata frammentarietà dello spazio pubblico, e più in generale già dall’esercizio di mappatura è emerso che la maggioranza dei partecipanti non riesce a identificare un luogo della città in cui riconoscersi: il quartiere in cui risiede raramente è anche il quartiere dove studia/lavora o dove trascorre il suo tempo libero. 

Memoria e appropriazione

Con il contributo di uno dei partecipanti, è nato il secondo tema di discussione: “i luoghi di cui stiamo parlando non sono una tabula rasa, hanno dentro di loro memorie e identità nascoste da far emergere”.
Gli argomenti da approfondire in fase progettuale sono dunque legati alla rappresentazione di una memoria, una narrazione dando nuovo valore all’identità passata e presente. Un esempio è stato quello della produzione di mappe culturali per costruire relazioni specifiche con gli spazi.

E’ possibile inoltre immaginare nuove possibilità di appropriazione da parte delle persone che li vivranno: i parchi possono e devono diventare spazi in cui gli abitanti possono non solo fruire di servizi ma anche mettere in gioco le proprie competenze.

Sicurezza e fiducia

Il terzo tema emerso è quello della sicurezza, dell’ordine, della pulizia. La pluralità di usi e la difficoltà di immaginarne una gestione comunitaria mette secondo alcuni a rischio la capacità di questi spazi di essere luoghi sicuri. La soluzione emerge direttamente dal tavolo, proponendo una “responsabilità condivisa”, una collaborazione attiva della comunità. L’ingrediente essenziale per avviare questo percorso è la costruzione della fiducia.

In chiusura i partecipanti del tavolo hanno raccontato l’attività con un cambio di paradigma, da “caratteristiche degli spazi” a “qualità dei luoghi”.